BLOG BAMBOLE - Storia delle Bambole
Venerdì 14 Dicembre 2012
Le affascinanti Pedlar Dolls

di Bettina Zarino

Pedlar-dolls-01Verso la fine del Settecento e fino al 1860, nei salotti alla moda inglesi, pochi oggetti esposti potevano competere con le affascinanti Pedlar dolls. Le Pedlar (dall'inglese "venditore ambulante") dolls (foto 1 e 1a) non erano altro che delle bambole, generalmente di piccole dimensioni, raffiguranti le venditrici o i venditori ambulanti dell’epoca, e non destinate al gioco delle bambine. Venivano collocate in genere in posizione privilegiata, come la mensola del camino, per lo più sotto una campana di vetro per essere protette dalla polvere.

 

La figura della venditrice o del venditore ambulante (foto 2 e 3) era comparsa un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti, ma le bambole, chiamate per l’appunto “Pedlar dolls”, sono una tradizione tipicamente inglese, anche se sembra che la maggior parte di esse siano state fabbricate in Germania per poi essere vestite in Inghilterra.

Queste particolari e insolite bambole raffiguravano quasi sempre persone anziane e sono molto rari gli esemplari raffiguranti persone giovani.
Sembra che le prime Pedlar dolls avessero la testa in legno e per corpo semplicemente un bastone. Generalmente venivano realizzate con testa e arti in legno, con corpo in pelle cucito a mano; soltanto ai primi dell’Ottocento vi fu qualche raro esemplare in cera (foto 4). In seguito, furono realizzate anche in altri materiali, come cartapesta, cuoio, porcellana e persino mele essiccate!

In genere erano vestite modestamente, con abiti di cotone; le bambole che rappresentavano le ambulanti femminili indossavano sulle spalle un mantello in panno rosso, alcuni con cappuccio rosso o nero, oppure la tipica cuffia di moda verso la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento. Quelle che rappresentavano gli ambulanti maschili, più rare rispetto a quelle femminili, indossano un paio di pantaloni pesanti, di colore nero, un gilet e di solito un soprabito con cappello (foto 5).
Alcune bambole indossavano anche un grembiule bianco e altre portavano gli occhiali. La loro particolarità era quella di trasportare ceste o grandi vassoi appesi al collo, riempiti di articoli di vario genere. L’unicità, infatti, che colpisce questo tipo di bambola, assai diffuso nell’Ottocento, consiste proprio nella grande varietà di oggetti che la circondano. In questi suoi vassoi espone in vendita un’infinità di minuscoli oggettini destinati ai più svariati utilizzi e, alcuni, addirittura sono cuciti addosso alla bambola: vediamo stampe ornamentali, orologi, piattini, tazzine, vasi, fiori, cornici, pettini, fermagli, ventagli, nastri, collane, bottoni, realizzati nei più differenti materiali quali vetro, legno, osso, pelle, giunco, cartone, insomma un vero campionario di curiosità miniaturizzate del secolo scorso.
A volte le Pedlar dolls erano vendute con il cestino vuoto per poi venir riempito a casa con gli oggetti minuscoli che uno preferiva, in genere di merceria, e realizzati artigianalmente. Altre volte venivano acquistati nei negozi specializzati, lo si può dedurre guardando la raffinatezza delle merci.

Di tanto in tanto si può trovare un foglietto appuntato al vassoio o al vestito (foto 6 e 7) su cui era scritto il nome del venditore, la licenza e la data, proprio come usavano fare nella realtà i venditori ambulanti inglesi che dovevano sempre mostrare la propria licenza di vendita. Spesso avevano anche dei certificati chiamati “di buon carattere” che erano solitamente firmati da un ecclesiastico. Infatti, nella realtà, nel 1698 gli ambulanti vennero autorizzati, ma solo nel 1810 in Inghilterra, si ottenne una vera licenza commerciale e gli ambulanti portavano quindi con sé, oltre al certificato firmato dall’ecclesiastico, anche la licenza con il loro nome. Tutti questi particolari erano fedelmente riprodotti nelle Pedlar dolls.
Si pensa anche che alcune di queste Pedlar siano state assemblate utilizzando una bambola in porcellana o biscuit (foto 8) acquistata precedentemente in un altro negozio. Infatti, nell’epoca Vittoriana, spesso le donne inglesi si riunivano nei salotti per qualche progetto caritatevole e realizzavano bambole o altri oggetti per raccogliere fondi per qualche lotteria a scopo benefico.

Il loro fascino, deriva da una combinazione vincente tra la bambola e i tanti oggetti in  miniatura che si nascondono nei loro vassoi o ceste e immaginando l’affascinante vita reale del venditore ambulante dell’epoca. Le nostre attraenti Pedlar dolls con i loro oggetti sono delle testimoni mute di un modo di vita che il tempo e la modernizzazione hanno fatto sparire, oltre a farci conoscere l’esatta collocazione nel tempo di determinati oggetti, perché le piccole bibbie, le vecchie monete, le bambole olandesi alte un 2 cm e le minuscole litografie che si trovano nei loro panieri talvolta portano la data. Per esempio, si possono trovare delle piccolissime stampe che commemoravano l’inaugurazione della ferrovia di Liverpool e Manchester del 1830 o del nuovo ponte di Londra del 1831.
Come abbiamo visto, le Pedlar doll, nei loro cestini o vassoi, portano chincaglierie di tutti i generi, ma alcune di esse presentano anche un solo determinato tipo di merce.
Per esempio, una coppia di queste bambole (foto 9), risalenti all’inizio del XIX secolo, entrambe con la testa realizzata in pelle di capretto e i capelli di lana, rappresentano rispettivamente una pollivendola e un ortolano. La donna, vestita da contadina con la sua cuffia,  ha con sé due ceste dove tiene uova fresche, galline e prodotti caseari vari. L’uomo, in abiti da contadino, porta in equilibrio sul suo cappello di paglia un cesto ricolmo di fiori di campo, mentre nell’altra mano tiene un cesto zeppo di frutta e verdura. Entrambe le Pedlar dolls non sono alte più di 25 cm e sono protette da una campana di vetro.
Un’altra coppia di venditori ambulanti (foto 10) dello stesso periodo delle precedenti, è realizzata con teste in cuoio e perline in vetro come occhi. La figura maschile rappresenta il tipico merciaio, con un vassoio appeso al collo contenente: nastri, stoffe, fili colorati; mentre la figura femminile, corrispondente ad un rigattiere, porta nel suo cestino un po’ di tutto.
Un interessante esemplare di queste bambole, appartenuto alla collezione della signora de Witt Clinton Cohen di New York, è vestito da reduce della guerra di Crimea ed espone la sua licenza di vendita bene in vista. La particolarità è la testimonianza che i soldati di ritorno da questa campagna, zoppi o con ferite di guerra, erano soliti frequentare le vie di Londra per esercitare, appunto, la professione di venditori ambulanti.
Un’insolita e curiosa Pedlar dolls fu realizzata in Inghilterra verso il 1830 ed è costituita da una testa formata da una mela in salamoia, intagliata e dipinta in modo da riprodurre le fattezze raggrinzite e segnate dalle intemperie, di un’anziana venditrice ambulante (foto 11). Gli occhi sono stati realizzati con perline di vetro applicate alla testa e la bocca, aperta, lascia intravedere i denti. È alta appena 15 cm, ma nel suo insieme è unica ed esclusiva, ed è perfetta.  Gli abiti, dai colori piuttosto vivaci, nascondono il suo corpo in stoffa.
Sono molte le bambole di legno, dette “peg”, trasformate in Pedlar dolls (foto 12), acquistate nude e poi abbigliate e munite di ceste ricche di utensili.
Come si diceva all’inizio, la maggior parte delle Pedlar dolls rappresentano donne anziane, pertanto esemplari di giovani donne sono assai insoliti. Tuttavia esiste una graziosa bambola dalla testa e le bellissime mani in cera, alta 25 cm, fabbricata verso il 1860 dalla modellatrice Henrietta Wade (foto 13), un’eccellente artista conosciuta per i suoi pezzi che rappresentano attori, ballerini e figure esotiche. È superfluo dire che le sue opere sono più decorazioni ornamentali che giocattoli.
I lineamenti del viso sono dipinti e i capelli di seta inseriti. Le gambe e il corpo sono di stoffa imbottita, con un’armatura di metallo. Indossa il tipico costume contadino con il mantello rosso.
E’ proprio il contenuto originale del suo cestino, stracolmo di oggetti, a permettere di stabilire con una certa precisione la data di fabbricazione della bambola.
Una sostanziale differenza passa tra una bambola Pedlar dolls e una bambola che rappresenta una gentile signora che fa opere di bene in un bazar, quest'ultima, invece di un cestino o di un vassoio intorno al collo hanno un banco di vendita, dove viene esposta la loro merce (foto 14 e 15), anche queste bambole sono comunque molto affascinanti e assai rare.
Le Pedlar dolls non sono bambole facili da trovare esposte nei musei, anche se esiste un certo interesse attorno ad esse, e purtroppo, anche se sono un tipico prodotto inglese, appartengono quasi tutte a collezioni private americane, dove il termine per indicare le Pedlar dolls è "Notion Nanny".

I venditori ambulanti… un po’ di storia
I venditori ambulanti vissero a Londra tra il XVIII e XIX secolo. Diversi i termini utilizzati per identificarli: venditori ambulanti, Notion Nanny, chapmen o mercanti di strada. Erano singolari  personaggi che vendevano prodotti e merci o addirittura le proprie capacità e attitudini, per le strade di vivaci città o di un tranquillo villaggio.
Già nel XV secolo vi sono segnalazioni di venditori ambulanti che contrattano le loro merci a Londra. Il frastuono era tale che, durante il regno di Elisabetta I, esistevano dei regolamenti che disciplinavano l'esistenza del rumore con precise norme, da esercitare solo in determinati momenti della giornata.
Nelle grandi città spesso vi erano venditori ambulanti specializzati. In un affascinante studio sui costumi eseguito nel 1962, viene documentata una serie incredibile di venditori ambulanti pittoreschi, ciascuno con un grido speciale o in versi, che in questo modo annunciano il loro singolare approccio di vendita. Molti dei ritornelli-cantilena utilizzati dai venditori ambulanti sono stati catalogati in filastrocche e li troviamo anche nella letteratura. Ci sono stati i venditori ambulanti di parrucche, fiori, ceramiche, frutta, venditori di carne per cani e gatti, i venditori di pan di zenzero speziato, tenuti in caldo grazie ad un forno che portavano sulle loro spalle, i venditori di ghiaccio, il venditore di pesce e quello preferito dai bambini, di giocattoli e bambole. Merce di ogni genere, cibo, libri, oggetti per la casa, articoli per il cucito, medicine, vestiti, cestini, qualunque cosa che potesse essere venduto per le strade. Immaginiamo per un attimo l’euforia di voci e l’animazione di tutti questi venditori ambulanti che cercano con un richiamo caratteristico e speciale, l'attenzione dei passanti!
Questa era l’epoca in cui i venditori ambulanti erano personaggi familiari nella campagna inglese: i villaggi comunicavano difficilmente fra loro, si viaggiava a piedi, e il venditore ambulante era un importante collegamento con il “mondo”,  poiché portava alle massaie che vivevano nei villaggi delle campagne, anche notizie e pettegolezzi, oltre che a tegami e oggetti di merceria varia.
Alla fine del 1968, da una curiosa ricerca, sappiamo che per 5 scellini si poteva ancora acquistare una licenza di venditore ambulante in Inghilterra, riempire un cesto di varie merci e di "smerciare” in largo e lungo per la campagna. Certamente era uno stile di vita che stava rapidamente scomparendo, ma nel corso dei secoli XVIII e XIX  era una vera industria. Le città erano centri specializzati dove venditori ambulanti potevano rifornirsi di merci prima di avventurarsi in villaggi rurali isolati.
Oggigiorno gli ambulanti così intesi non esistono più, anche se in alcune parti del mondo questa pittoresca tradizione permane ancora.
Da noi al massimo possiamo vedere un venditore ambulante in colui che vende le castagne abbrustolite a novembre, o coloro che vendono i wurstel, i gelati o le frittelle per strada, ma resta lontana l’immagine storica di questi personaggi che giravano da villaggio in villaggio.



Bibliografia
- “Bambole” by Antonia Fraser  ed. Mursia & C.  1963
- “Peddler Dolls” by Marcie C. and Grace B.  Turner 1962
- “Dolls and Dollmakers” by Mary Hilier 1968
- “English Dolls, Effigies & Puppets” by Alike K. Early 1955

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